Le origini dei sanniti

All’origine dei popoli che in epoca storica si trovavano insediati nell’Italia centro-meridionale sono le migrazioni. La tradizione, riferita dagli scrittori antichi, vuole che i Sabini, situati nel cuore dell’Italia centrale, praticassero il ver sacrum (lo primavera sacra), la cui descrizione ci è pervenuta da Strabone, da Festo e da altri autori antichi: i Sabini, in momenti di pericoli o di calamità naturali, quali guerre, epidemie, carestie, solevano dedicare al dio Marte tutto ciò che nasceva nella successiva primavera; i bambini nati in tale periodo non venivano immolati, ma allevati come sacrati (consacrati) e, raggiunta lo maggiore età, dovevano lasciare la loro tribù alla ricerca di nuove terre guidati da un animale sacro, stabilendosi nel luogo che si pensava l’animale avesse indicato. I primi sacrati, secondo la tradizione, erano capeggiati da Comio Castronio e partirono in settemila verso il sud sotto la guida di un bue. Il luogo prescelto da questi divenne poi la culla della loro nazione e dal bue prese il nome di Bojano. Sono questi i futuri Sanniti.

Questa tradizione, che presenta varianti non sostanziali tra le varie versioni, avvalora lo tesi secondo cui quei popoli che oggi vengono definiti umbro-sabellici e che si estendevano in tutta la zona medio-adriatica, da mare a mare in corrispondenza dello Campania e a sud fino alle aree interne della Calabria, discendevano dallo stesso ceppo, quello umbro-sabino, alcuni in forma diretta, come i Sanniti, altri in forma indiretta. Questi popoli, a riprova della comune discendenza, parlavano varietà dialettali dello stessa famiglia linguistica, quella ‘italica’ o ‘osco-umbra’. Dalla tradizione del ver sacrum si può anche ricavare che tali movimenti avessero sia una funzione rituale ed espiatoria, in rapporto all’evento al quale si doveva far fronte, sia una motivazione socio-economico dovuta allo sovrappolazione e al bisogno di nuove terre.

È probabile che tale pratica fosse in qualche modo legata allo spostamento stagionale delle greggi transumanti. Si può ipotizzare anche che le primavere sacre iniziate forse già nell’età del bronzo nell’ambito delle comunità di pastori-guerrieri dell’Appennino, si siano protratte per centinaia di anni e che abbiano costituito una forma pacifica di assestamento dei popoli in ambiti territoriali sempre più definiti. Riti molti simili a quelli delle primavere sacre non erano solo dei Sabini delle epoche pre-protostoriche, ma venivano praticati anche in epoca storica presso i Celti della Gallia Cisalpina e talvolta presso gli stessi Romani.